Dopo aver parlato del lato esaltante del futbol argentino, per dovere di cronaca anche del lato oscuro. Della lista di attributi e sostantivi affibiati nel post precedente al calcio, ne mancano due, i più inquietanti: terrore e malaffare. Già, c’è anche questo. E i politici lo sanno bene. E pure la polizia. Il problema più visibile si chiama barrrabrava, i nostri ultras, ma più violenti, e pure di molto. 301 vittime dal 1922 ad oggi. A quanto riporta la ong Salvemos al Futbol, dal 16 dicembre ad oggi sono morti già morte tre persone. La causa è la stessa: scontri fra fazioni della stessa squadra. L’ipotesi di omicidi derivanti da scontri a fuoco, risse o coltellate fra bande di tifosi avversari potrebbe anche essere un qualcosa di comprensibile, in questo mondo regolato da leggi d’onore e dimostrazioni di forza. Difficile capire quando queste persone, solitamente appartenenti agli strati più deboli della società, si scontrano, e sovente si ammazzano, fra di loro. La risposta sta nei traffici milionari della barra. Ci sono fazioni interne, e quella predominante si prende la fetta di torta più grossa. La gestione dei posteggi fuori dallo stadio, il bagarinaggio dei biglietti di ingresso rivenduti anche in dollari, il narcotraffico e lo sfruttamento della prostituzione: questi sono le attività illecite milionarie che spingono questi gangster, per nulla interessati al calcio, ma attratti dai soldi che ci girano attorno.  Il loro potere è smisurato, le televisioni intervistano questi personaggi con fedine penali chilometriche, i tifosi chiedono loro autografi come fossero calciatori, ma soprattutto, la politica sta con loro.

La ragione di questo permissivismo è analoga a quella che recentemente Massimo Carminati, il boss di Mafia Capitale, con la sua metafora del “mondo di mezzo”, ha spiegato a tutta Italia. Ci sono affari in cui i politici, imprenditori, sindacalisti non possono immischiarsi, perché si sporcherebbero le mani, allora le fanno sporcare a chi le ha già sporche, magari pure di sangue.  

Javier Cantero, presidente del club Indipendiente, ha deciso di porre fine a ricatti, denunciando pubblicamente il capo della tifoseria, isolandoli e puntando ad allontanarli dallo stadio. Constatato il fallimento di questa iniziativa, Cantero ha spiegato in un’intervista rilasciata a Pangea News, una rivista web italiana operante in Argentina,  che “la più pericolosa arma in mano ad un barra brava è la rubrica del suo cellulare, con i numeri dei politici: ogni volta che viene preso, li chiama e si fa rilasciare.