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Cittadini nel mondo, le esperienze di chi si trova all'estero per studio, lavoro e svago.

Fiumi di burro

Fiumi di burro

Avvertenza a tutti gli interessati a trasferirsi in Francia: se avete il colesterolo alto, se siete in sovrappeso, se siete ipertesi e dovete evitare i grassi saturi, cambiate destinazione!

Ora vi spiego perchè. In Francia si mangia benissimo. Ci sono tantissime prelibatezze, piatti succulenti e dessert che sembrano disegnati per essere mangiati con gli occhi. L'unico problema è che tutto questo ben di Dio è a base di burro.

Il burro è il maschio alfa della cucina francese. E' il protagonista di tutte le ricette, dolci e salate e sono convinta che sia grazie a lui che sono così buone. I francesi lo venerano come i greci veneravano Zeus e lo amano come Romeo amava Giulietta. In suo onore, in ogni supermercato che si rispetti, un intero banco frigo viene consacrato a lui. Eh sì, perchè dovete sapere che qui in Francia non esiste solo un burro. Ne esistono di diversi tipi. Questo fatto ha creato due categorie di francesi, due partiti ben distinti: quelli che comprano il burro dolce e quelli che comprano il burro salato.

Il burro dolce è più o meno il burro al quale noi siamo abituati solo che è di colore giallo acceso per sottolineare il suo apporto generoso in grasso. Al contrario, il burro salato è, appunto, leggermente salato e la terra di origine di questo prodotto è la Bretagna. E' sulle coste bretoni, dove l'oceano si infrange sulle scogliere e forma le saline che si è pensato di unire il sale al burro ottenendo il "beurre salé".

Personalmente, e da questo si vede che non sono francese, non ho preferenze e soprattutto, lo dico sottovoce, non noto così tanto la differenza. E poi, devo dire che, da buona italiana, continuo ad usare molto più spesso l'olio di oliva.

Si trovano altresì diverse altre stranezze come il burro spray, il burro spalmabile dalla consistenza della Nutella, il burro con la pepite di cioccolato, il burro che si spruzza confezionato come ketchup.

Tutti questi burri solo alla base della piramide alimentare francese. Perciò, se vi capita di passare da queste parti non rinunciate al classico croissant, ad una fetta di brioche, alla fugace (una specie di focaccia) e se andate in Bretagna vi consiglio il dolce tipico kouing amann. Durante la degustazione soffermatevi sull'incredibile scioglievolezza di strati e strati di burro e alla fine verificate le vostra dita, saranno talmente unte che vi potrete ritenere soddisfatti dell'impresa compiuta.

Ora vi lascio, ho nel forno dei pomodori che sto facendo gratinare. Piccola astuzia francese: provate a metterci sopra un ricciolo di burro, vedrete che crosta!

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Natale in anticipo

Natale in anticipo

Un po' dappertutto in Francia, il Natale comincia a novembre. Il giorno di Ognissanti c'è solo una categoria di lavoratori che non può godersi il giorno di vacanza: i montatori di luminarie. Tutti gli anni i primi giorni di novembre loro sono lì ad assicurare ghirlande, abeti e Babbi Natali luminosi, scintillanti e anche un po' kitsch, a tutta la città.

Qui a Chambéry, è così. Catapultati nell'atmosfera di Natale con largo anticipo, gli "chambériens" non sembrano affatto esserne disturbati, anzi, è da un mese che attendono e fremono per l'evento dell'anno: l'apertura del mercatino di Natale. E mentre a me sembra di dover smaltire una sorta di jet lag, qui è già tempo di pupazzi di neve (finta, per il momento) e vin brulé. Ebbene sì, ieri 29 novembre, questo famoso mercatino ha aperto le porte ad una cosa come 50.000 persone che si sono riversate tra le stradine del centro in cerca del regalo perfetto o semplicemente di crêpes, gauffres e macarons.

Il mercatino di Natale di Chambéry ha lo stesso stile di quelli più famosi delle regioni della Francia dell'est come l'Alsazia e la Franca Contea, solo in versione mini. Se Strasburgo a dicembre è invasa dal mercato che si spinge fino alle porte della città, qui a Chambéry solo la via pedonale, quella più centrale è adibita all'accoglienza degli stand. Ci sono tante piccole casine di legno addobbate a dovere ed ognuna vende qualcosa di particolare e caratteristico. Si possono trovare: berretti e guanti di lane pregiate, saponi e saponette artigianali, miele e marmellate fatte in casa, dolci tipici regionali, gioielli e bijoux fabbricati a mano e tante altre cose. In più c'è lo chalet di Babbo Natale dove i bambini fanno la coda per evitare di scrivere la letterina e confessare direttamente al Père Noël i loro desideri.

L'atmosfera è calorosa e ti fa sentire a casa. Per me Natale vuol dire casa e camminare in mezzo alle luci sulle note di Jingle Bells è come se fosse partito il conto alla rovescia e significa che manca poco al momento in cui sarò seduta ad una tavola imbandita, davanti a un piatto di tortellini fatti dalla nonna e circondata dalla mia famiglia. 

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