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Il Consolato e la letteratura italiana

Il Consolato e la letteratura italiana

Avverto il lettore che questo è un post pieno di nostalgia, e come tale, lo stesso abbia la pazienza di leggerlo fino in fondo, senza annoiarsi se intenderà che il passare del tempo muta le cose. Uno splendido palazzo ha accolto il Consolato italiano fino a pochi mesi fa. Questa istituzione è stata, per molti decenni, il punto di riferimento per la comunità di origine italiana e per gli stessi alessandrini legati all’Italia. Ora ospita una banca che avrà i fondi necessari per restaurare un bellissimo edificio che aveva bisogno di molta manutenzione e cura. I tempi cambiano, l’Egitto è passato in mezzo ad un’altra rivoluzione e ad una controrivoluzione, i tagli alle rappresentanze consolari e diplomatiche hanno colpito anche la città alessandrina. Non sono molto lontana da piazza Saad Zaghloul, di fronte al tram che passa per il centro e alle toilette pubbliche. C’è un semaforo che è sempre verde o sempre rosso e che, come d’abitudine, non rispetta nessuno. Il consolato custodiva diversi archivi, tra i quali, quello della rappresentanza di Port Said (città costiera a ovest di Alessandria che è stata, per molto tempo, sede di una numerosa comunità di italiani) pieno di cartelle ingiallite che hanno visto il passaggio di anni di esposizione alla salsedine.

b2ap3_thumbnail_164644_1782033554410_3196759_n.jpgL’edificio, infatti, si trova sul lungomare e, sebbene, continui ad essere uno dei luoghi più belli della città, i documenti rischiavano di esser consumati dall’effetto del mare: così ingialliti che correvano il rischio di sbriciolarsi come foglie secche. Resistono le piante e i fiori del piccolo giardino protetto dal cancello: le palme e le rose hanno colori brillanti e sono ben protette dal vento che proviene dal mare. Oltre a possedere un arredamento di inizio novecento di alto pregio, il consolato gestiva anche il sacrario militare di El Alamein, luogo simbolico di un’altra disfatta dell’esercito italiano e conservava i documenti della vita di Giuseppe Ungaretti e di Filippo Tommaso Marinetti. Il primo giorno di tirocinio, tra le varie formalità da espletare, sono rimasta a contemplare per molto tempo i documenti (chiusi in una teca di vetro) dei due letterati. Gli atti di nascita scritti in una calligrafia ben curata e i relativi atti legati alle loro famiglie sono la testimonianza di una città che nella seconda metà dell’Ottocento era già una capitale della cultura mediterranea, senza dimenticare che ad Alessandria è nato ed è morto Konstantinos Kavafis, uno dei più importanti intellettuali greci della prima metà del Novecento.

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