By Rita Andreetti on Giovedì, 27 Novembre 2014
Category: Vivere in Cina

Balla, ma fallo in piazza!

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Quando arriva un clima accettabile, non c’è inquinamento che tenga: la gente si riversa nelle piazze. Malgrado la maggior parte delle città non abbiamo una piazza nel senso in cui noi Italiani normalmente la consideriamo, esistono alcune realtà che hanno questa fortuna. Per le altre ci si arrangia, con i parchi, con le maestose porte in stile cinese (che quelle si trovano ovunque), o se proprio non si dispone neanche di queste, con i marciapiedi.

Ecco che nelle serate di inizio estate questi spazi aperti si popolano di gruppi spontaneamente radunati per fare un po’ di esercizio fisico tramite il ballo, dimenticarsi dei problemi della giornata e distrarsi o, perché no, fare nuovi incontri. Sono pochi i ballerini provetti, la maggior parte è gente che si improvvisa tale o che ha imparato proprio per strada e comunque se la cava. Ma coloro che conosco l’arte, sono molto felici di condividerla e per autoelezione o acclamazione popolare, diventano i leader della situazione. Sono loro cioè che propongono o condividono le coreografie codificate e trascinano tutto il gruppo di appassionati.

In questa affollatissima piazza di Huangdao, nel nord della Cina, nella stessa location non più grande di un campo da tennis, un piccolo gazebo centrale divideva gruppi eterogenei organizzati secondo colonne sonore diverse. La musica la porta qualcuno, immagino una persona rispettatissima vista l'importanza chiave del suo contributo. Taluni, condividevano la medesima amplificazione, e si trovavano quindi ad interpretare uno stesso ritmo con movimenti del tutto differenti: chi a coppie, chi in schiera. Se si guarda a sinistra saltellano, se si guarda a destra è il tango!

Non ci sono regole purché si rispettino gli spazi: se si vuole ballare per proprio conto, si può fare anche questo. O se si vuole restare ad osservare pietrificati, sì, anche questo è lecito.

L’importante, per chi si gode lo spettacolo, è saper osservare anche le file secondarie, quelle dei più timidi che non si espongono in primo piano, coloro che stanno imparando e che a tratti confondono le sequenze. Ci sono personaggi concentrati, altri totalmente rilassati, altri ancora entusiasti, e pure quelli esausti e sconsolati: ma da ognuno di loro che si impara a lasciarsi andare, a non avere timore dell’apparenza della goffaggine, dell’errore e a continuare a provare.

Quella piazza sì che è una Cina libera…!

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