By Andrea Stratta on Domenica, 16 Novembre 2014
Category: Vivere in Belgio

Un'avventura...

Il 30 dicembre 2012, un giorno che non scorderò mai. Scendo le scalette dell’aereo con passo incerto e tremolante. Sono parecchio emozionato e balbetto una sorta di ringraziamento  al personale di volo. Recupero la mia valigia, mi avvio verso l’uscita e inizia la nuova avventura!

In Belgio in cerca di lavoro, come per generazioni di connazionali prima di me, con l’entusiasmo di chi ha ancora voglia di mettersi in gioco. A Bruxelles, cuore delle Istituzioni europee, città da scoprire, da vivere, forse da amare, ci sono arrivato un po’ per caso. Una cara amica, in cerca di lavoro anche lei, mi ha offerto la possibilità di condividere un  piccolo alloggio nel centro della città.

Essendo già sera, la mia nuova coinquilina Alessia mi porta a cenare in una delle casette di legno dei mercatini di Natale. L’atmosfera è magica, ci sono le giostre, la ruota panoramica, le luci, i suoni, la gente felice che ride e scherza e c’è anche una mega pista da pattinaggio. Io mi preparo ad accostarmi alla cucina belga, non la temo, anzi sono curioso di provarla. Voglio scoprirne i sapori, le particolarità e soprattutto voglio farlo accompagnato da una buona birra belga. Le birre belghe sono rinomate, soprattutto quelle d’ abbazia, sono generalmente molto alcoliche e con un sapore molto intenso. Anche la cucina belga predilige i sapori forti. Qui non si scherza quando fa freddo, bisogna rifocillarsi per bene! La cosa non mi rincresce affatto. Sono un amante del cibo, ebbene sì, lo confesso. Decido di aprire le danze con la Carbonade alla Fiamminga, un secondo piatto a base di carne di manzo tagliato a pezzetti: una sorta di spezzatino cotto molto lentamente nella birra e arricchito con cipolle e aromi. Delizioso.

Il freddo inizia farsi sentire, è pungente. Per riscaldarci, io e Alessia continuiamo la passeggiata in mezzo ai mercatini, ma non prima di aver preso due tazze di vin chaud. Conosciuto anche come vin brulé o Glühwein, le vin chaud è una bevanda calda a base di vino (tradizionalmente vino rosso), zucchero, scorze d’agrumi e spezie, preparata artigianalmente in pentoloni di rame e distribuita al pubblico durante le feste popolari nel periodo invernale.

Le luci di place St. Catherine, che illuminano la bellissima chiesa in stile gotico, e la bizzarra giostra che è posta al centro della piazza rendono l’atmosfera molto particolare, come se ci trovassimo in un film di Tim Burton. Di colpo rifletto su ciò che mi aspetterà l’indomani. Paure, timori, ansie, la ricerca di un sospirato lavoro. La mia amica pare accorgersene: non parlo da un po’, non ho neppure idea di quale smorfia si sia formata sul mio volto. Tirandomi per un braccio mi dice con tono deciso: “Al lavoro ci si pensa dopo Capodanno, domani è il 31”.  

Rientrando verso casa, la nuova casa, rifletto sulle parole di Alessia. E’ vero: poi, anno nuovo e una nuova avventura...

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