La prima volta che ho messo piede in questa città è stato a fine settembre 2012.
Ho trascorso due settimane da “turista fai-da-te, no Alpitour”!
Bruxelles è una città da scoprire, piena di angoli e facciate caratteristici, monumenti, parchi e giardini.
Mi sono dotato di una mappa della città, sulla quale sono indicati i principali murales dei più famosi fumetti europei. Da Tintin ad Asterix (http://www.contoworld.it/easyblog/entry/le-12-fatiche-di-asterix-parte-1), passando per Lucky Luke e altri a me ignoti.
Non sapendo assolutamente nulla del luogo, mi è sembrato un ottimo punto di partenza.
Brussel (il nome fiammingo di Bruxelles) è anche considerata la capitale europea del fumetto e ciò spiega la presenza diffusa di questa meravigliosa forma d’arte di strada.
Ho pensato di suddividere le zone da visitare secondo uno schema a tabella a doppia entrata: mattina, pomeriggio/ quartiere, n°di cose da vedere.
Cioè, io credevo fossero quartieri. Come ho scoperto dopo poco, Bruxelles è una piccola città che insieme ad altri diciotto comuni limitrofi forma una discreta area metropolitana. Quelli che pensavo fossero quartieri, sono comuni a sé stanti, dotati di una propria amministrazione (la “famigerata” degli articoli precedenti) e di conseguenza di un proprio Registro della Popolazione.
Apro ora una piccola digressione: il mio professore di lettere delle superiori soleva dire che una è sempre ammessa. Con questa divisione amministrativa, se cambi casa e ti sposti anche di soli 3-4 chilometri, è facile che tu sia già in un altro comune. Comune nuovo, residenza nuova, documenti nuovi e nuova trafila per ottenerli (http://www.contoworld.it/easyblog/entry/le-12-fatiche-di-asterix-parte-2).
Fine della digressione.
Il motivo per il quale ho scelto di adottare questo tipo di strategia di suddivisione delle zone da visitare è il seguente: le facciate delle case e dei palazzi dipinte a fumetti non sono parte di un percorso turistico. I luoghi, in cui essi sono realizzati, seguono logiche artistiche e non funzionali e, a dirla tutta, non sono tutti indicati sulla cartina. Come molte altre cose del Belgio, e di Bruxelles in particolare, sono da scoprire.
Questi murales di fumetti sono proprio stupendi! Spesso riprendono elementi architettonici dell’ambiente circostante, oppure parti della stessa parete sulla quale sono disegnati.
Una di queste meraviglie è collocata in modo tale che, camminando in direzione del murale, il palo della luce disegnato sia nascosto, fino all’ultimo momento, dal vero palo della luce nella strada.
Durante quelle due settimane, ho camminato per la città in lungo e in largo e ho scattato moltissime fotografie. Ho scoperto angoli caratteristici nei luoghi più impensati: meraviglie di Art nouveau (l’equivalente belga dello stile Liberty inglese) o di architettura fiamminga di fine ottocento incastonate in mezzo a grigi palazzi di vetro e cemento. Addirittura alcune torri di guardia della città medioevale sono strette nella morsa dei palazzi di cemento. Tutto sembra crescere in mezzo al cemento. Ovviamente è l’esatto contrario.
Il cemento avanza inesorabile e inghiotte queste meraviglie. Interi quartieri sono stati rasi al suolo e cementificati. Ecco a voi la “brussellizzazione”: cioè la distruzione di interi quartieri per introdurre in modo forzato e casuale edifici e infrastrutture moderne.
Nei manuali di urbanismo viene chiamatata così la speculazione sfrenata sul tessuto storico urbano.