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Sua Maestà, Dalida e 24 anni

Sua Maestà, Dalida e 24 anni

Sono nata a Settembre e da un po’ di anni mi ritrovo, per vari motivi, ad invecchiare fuori casa. Ho aperto la tradizione nel migliore dei modi, sostenendo un esame universitario a Bologna in una materia a me un po’ ostile, continuando con Alessandria e approdando a Bruxelles.

In questo post vi parlo del mio compleanno e di un luogo molto importante per la storia del Novecento italiano, per i nostalgici della monarchia e per i turisti distratti: Santa Caterina d’Alessandria. Questa è la cattedrale di rito cattolico romano più vicina al mio quartiere ed è anche un ritrovo per gli italiani. La cattedrale conserva la tomba di Vittorio Emanuele III, morto nella città mediterranea nel 1947, dopo esser andato via dalla penisola. Non è un caso che gli ultimi giorni li abbia trascorsi in Egitto. L’Italia e l’Egitto hanno avuto sempre dei rapporti bilaterali molto intensi. A seguito della rivoluzione di Gamel Abdel Nasser, re Faruq I e il figlio, Fuad II trovarono asilo in Italia. Faruq I morì a Roma nel 1965. Ogni anno, alla festa di San Francesco, i frati minori organizzano una cena all’interno del convento. Fino a quando il consolato è rimasto una sede di rappresentanza, l’invito alla festa del 4 ottobre è arrivato puntuale. Sarebbe stato il mio primo evento pubblico in quella città dalla vita mondana così diversa dal significato che un europeo darebbe alla parola, ma non mi aspettavo di veder la cattedrale ancor prima della data prevista.  Al consolato hanno pensato di festeggiarmi, a modo loro, in maniera originale.  

b2ap3_thumbnail_interno-articolo.JPGMi hanno portato a cenare alla cattedrale. Complice il bel tempo (che non mi abbandonerà fino a dicembre), le alte temperature e lo spazio che si affitta per le feste, una parte del personale mi ha offerto una cena a base di pizza e una torta di una famosa pasticceria alessandrina.  E’ stata una bella serata che si è conclusa con l’ascolto delle canzoni di Dalida, vero mito musicale egiziano. Dalida, è stata nei tre mesi successivi un vero e proprio tormentone. Artista italo-egiziana, è una delle figure più importanti dell’Egitto contemporaneo: infatti durante la serata, come in quelle che seguiranno, non poteva mancare l’ascolto di Helwa ya balady, canzone che lei dedicò alla sua terra d’origine.In definitiva posso dire che con il mio compleanno è iniziata la vera integrazione con l’Egitto: la nostalgia tutta alessandrina di un paese profondamente cambiato, la giornata scandita dalla preghiera del muezzin, imparare i numeri dalle targhe delle auto, andare al negozio del cambio e tornare con le tasche piene di lire egiziane tanto da sembrare miliardaria, tutto ciò ha contribuito ad un’esperienza che mi ha fatto capire che, per fortuna, non esiste solo l’Occidente.

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