Domenica: in un paese come l’Argentina, significa famiglia. Anche in Italia succede ancora , seppur l’infinito pranzo domenicale con la famiglia allargata si verifichi soprattutto nelle zone rurali, o nelle famiglie un più tradizionaliste. Qui invece l’asado, ovvero la grigliata di carne, è pressoche un’equazione matematica. Ci si ritrova a casa dei genitori o di un qualche membro della famiglia per consumare quello che da queste parti è uno dei riti fondanti della nazione.
Noi espatriati, non avendo famiglia argentina, ritroviamo il calore familiare in altri espatriati o negli amici più stretti. Se, nel precedente post, vi avevo raccontato la mia negativa esperienza come tanguero, debbo ammettere, a scapito della mia linea e dello charme, che ho avuto molto più successo con la parrilla, ovvero la griglia: il tempio pagano di ogni casa argentina.
L’asado domenicale, seppur preparato da un non nativo, per rispetto della cultura locale segue l’ortodossia. La convocatoria dei commensali avviene circa due ore prima di addentare le carni. Il salmo prevede che l’asador, colui che cuoce la carne, debba godere di buona compagnia e di vari brindisi nell’officio delle sue funzioni. Qui, solitamente, la mascolinità del rituale emerge piuttosto chiaramente, in quanto si assiste ad una certa suddivisione di funzioni che va di pari passo con l’appartenenza di genere. Mentre gli uomini si radunano attorno al fuoco, sbevazzando allegramente nella terraza o nel patio della casa, le loro compagne si intrattengono all’interno, sbevazzando altrettanto allegramente, ma preparando tutto ciò che non sia di origine animale: verdure, contorni, dolci e frutta. Nel frattempo allestiscono la zona dove il sacrificio animale si compirà: la luculliana pantagruelica tavola. Nei prossimi post, se avete trovato questa introduzione al rito pagano dell’asado di vostro interesse, seguiranno informazioni più dettagliate circa questa cerimonia.