Sono Claudio, ho 32 anni e sono originario di Ferrara. Vivo da tre anni a Buenos Aires, dopo aver girovagato per vari lidi che mi hanno lasciato tanto, e da cui mi sono staccato sempre con grande difficoltà. Il mio domicilio è cambiato spesso, la mia casa invece so che rimarrà sempre quella, nella campagna ferrarese, a cui faccio ritorno ogni volta che posso, ma dove, credo, non tornerò per un bel pò. Ho migrato prima per scelta mia, ora non so, me lo chiedo spesso. E mentre cerco di capire, continuo a fare ciò che più mi piace: insegnare.
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Pizzicati d'oltreoceano

Pizzicati d'oltreoceano

Continuando a seguire il vistoso solco lasciato dall’italianità a Buenos Aires, nel post di oggi voglio raccontarvi una delle maniere in cui il lascito e le rappresentazioni culturali di coloro che qui arrivarono dal Belpaese, tutt’oggi viene reinterpretato e sopravvive. Se tutti sanno che il ballo nazionale da queste parti è il tango, la musica tradizionale argentina vanta comuque molti altri tipi di danza, soprattutto quelli della zona nord del paese. Ma ve ne pure uno nostrano, la tarantela, che indica chiaramente quale sia stata la zona d’Italia che il maggior numero di emigranti ha donato a questo paese.

Ballata nelle feste patronali, nelle manifestazioni celebrative dedicate alla comunità italiana, nelle feste private fra le persone più attempate, che magari hanno imparato dai genitori o dai nonni i passi, la sua riproposizione argentina è assai più semplice e quasi caricaturale di quell’universo ricchissimo che sono le danze popolari del Sud Italia. Ma per gli argentini che volessero realmente conoscere la vera tradizione della musica popolare del Sud Italia, il gruppo ‘A Figliola rappresenta la risposta.

Pochi giorni fa ho avuto l’opportunità di essere invitato ad un loro concerto, nella fastosa cornice del Circolo Italiano, un elegantissimo palazzo situato nel quartiere di Recoleta. Questo gruppo di artisti argentini, molti dei quali, immancabilmente, discendenti di famiglia italiana, hanno dato vita ad uno spettacolo meraviglioso, percorrendo dalla Sicilia al Lazio un vastissimo repertorio di balli, canti e musiche del nostro Sud. Diretti sul palco dalla poliedrica Cecilia Arenillas: musicisita, cantante e soprattutto danzatrice. Il gruppo conta con la bellissima voce della cantante Paula Frondizi, accompagnata dalla versatilità del polistrumentista Federico Salesi, che durate l’esibizione si è alternato in un continuo cambio di strumenti che vanno dalla chitarra battente, al sisco, passando per la ciarameddha e finendo con la fisarmonica. Poi vi sono i tamburelli e le tamorre, il cuore pulsante di questi ritmi, che sono suonati da Gabriele Campanino, Noelia Eterovic, Cristina Pangrazzi e Sergio del Popolo, i quali si alternano fra le sfrenate danze ed i viscerali suoni che scandiscono il misticismo o l’allegrezza che viene da queste balli contadini, che hanno fatto sfogare, innamorare, curare o solamente gioire tutte le persone che, da ormai svariati secoli, si sono lasciate trasportare dalla magia di questi suoni. Pizzica salentina, saltarello laziale, spallata abruzzese, tammurriata campana, tarantella calabrese e friscalettata siciliana sono stati i generi  ballati in questa serata, in cui il pubblico è stato coinvolto, nella parte finale, condividendo il palco con gli artisti. Io, devo ammettere, seppur italiano, conoscevo solo un minima parte della ricchezza culturale che i componenti del gruppo ‘A Figliola hanno portato in scena. Nel frattempo, però, ho incominciato ad indagare...fino al prossimo spettacolo. 

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Cammina cammina...
Taxi!

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Giovedì, 21 Novembre 2024
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