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A spasso con Christina

A spasso con Christina

Questi ricordi risalgono al 2010, quando Mubarak era ancora al potere, I Fratelli Musulmani rappresentavano il vero stato sociale per i credenti nell’Islam e le proteste per le elezioni del rinnovo del Parlamento crescevano di giorno in giorno. Christina, la ragazza che ho nominato nel secondo post http://www.contoworld.it/easyblog/trackback?post_id=57, è stato un prezioso aiuto, meglio di una guida turistica, nel capire la città e le sue contraddizioni.  La incontro pochi giorni dopo l’inizio del mio tirocinio. E’ alessandrina, ama la cultura italiana e grazie a lei scopro anche la multiculturalità religiosa della "perla del Mediterraneo". Le nostre conversazioni si basano su un incrocio tra inglese, francese e italiano e andiamo dappertutto, anche dove non ci farebbero entrare, come in una moschea. Christina è copta, e questo, alcune volte, le crea dei problemi. Ci siamo dovute fingere straniere (io no, lei si!) per accedere ad una moschea e non ci hanno fatto entrare, siamo andate in un negozio di abbigliamento di una famosa catena spagnola e lei non ha comprato nulla. Anche se non professa la religione musulmana, si sente osservata se indossa una gonna, o meglio, per evitare noie, deve indossare anche un paio di pantaloni.  Lo scopo di Christina è di mostrarmi che esiste una vera e propria multiculturalità religiosa.

b2ap3_thumbnail_Foto-articolo_A-spasso-con-Christina.jpgLa nostra prima tappa è una famosa pasticceria di Saad Zaghloul street (posto dove tornerò spesso), perché una buona compagnia si consolida anche con una fetta di torta e un caffè. Mi porta subito in direzione Santo Stefano e non mi fa perdere l’esperienza sul mini bus. Al costo di 2 lire egiziane, insieme ad altre 9 persone ad una velocità che farebbe impallidire una Ferrari, il conducente, con il suo carico di casalinghe, anziani e  straniere, sfreccia sul lungomare verso la parte orientale della città, per fermarci vicino al centro commerciale più caro di Alessandria. La fermata non esiste, deve indicarla il passeggero, come deve contrattare anche il prezzo della corsa. I posti migliori sono quelli delle prime file, se arrivi tardi vai in fondo, ed è un’esperienza tragicomica scendere da quella parte del bus. Non essendoci un vero e proprio spazio, la gente deve spostarsi insieme alle buste della spesa, agli orli delle galabeya e deve anche darti una mano: lo scalino è molto alto rispetto alla strada e l’autista non aspetta molto per ripartire. Christina mi farà conoscere la vera Alessandria, e se non la nominerò spesso, tenetela presente perché è anche grazie a lei che sono venuta in contatto con le varie anime della città egiziana.

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